“Avevo dato un nome a questo viaggio: inTraverso. Con questa faccenda delle valli a pettine siamo costretti sempre a guardare alla costa per andare da nord a sud e viene più facile alla fine muoversi lungo i denti del pettine, che siano strade di fondo valle o di cresta. L’idea alla fine era di prendere le cose di traverso, provare a guardare da un altro punto di vista e scoprire cosa ci fosse dietro l’angolo.”
Cosí Fabio Curzi, l’ideatore di INTRAVERSO, introduce la storia del suo viaggio a piedi che attraversa le Marche secondo sentieri insoliti. In un altro passaggio dello stesso articolo – che potete trovare in version integrale qui sotto o leggere in versione web qui-, a mo’ di conclusione Fabio aggiunge:
“Dopo due anni continuo a guardare lo zaino e gli scarponi e a chiedermi se inTraverso sia davvero finito o se invece questo tempo sia una pausa prima di rimettersi in movimento”
Voglio rispondere a Fabio dicendo che sicuramente INTRAVERSO non è finito, visto che quest’anno siamo io e Valentina a rimetterci in movimento, ispirati da questa idea di viaggio insolito e da molti altri fattori che, personalmente, non riesco a mettere a fuoco. L’idea di Fabio mi era piaciuta fin da subito e sono serviti due anni perché tutte le condizioni si allineassero per rendere possibile questa piccola avventura. Cosí, dopo un paio di mesi di riflessioni e organizzazione, domani mattina si parte da Montecanepino con lo zaino in spalla, a piedi e poi in treno ed autobus fino ad Arquata del Tronto, dove passeremo la nottata del 2 agosto. Da lí, il giorno successivo, saliremo a piedi su fino al grande anello e le tappe giornaliere saranno, secondo il nostro programma: Colle di Montegallo, Rubbiano, Garulla, San Ginesio, Fiastra, Cupi e infine Visso, dove il nostro arrivo è previsto per martedí 9 agosto.
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So che questo viaggio per me sarà qualcosa di molto profondo, anche se stento a capirne bene i motivi. Ho qualche indizio, che posso provare a buttare giù: mi piace pensare che viaggiare a piedi è semplice, o forse minimalista, non lo so. Saremo io, Valentina e gli zaini. Ho fatto un’esperienza simile in bicicletta ed era bello sentire che tutto ciò che viaggiava con me era spinto dai miei stessi muscoli. Mi piace anche, e questo è forse uno dei significati fondamentali di INTRAVERSO, scoprire la mia regione con una velocità insolita, quella delle mie gambe: non è per caso che abbiamo scelto le Marche, la nostra regione, per questo modesto esperimento. Io e Valentina, a differenza di Fabio, ci siamo ritrovati a vivere un po’ in giro per il mondo, ma condividiamo con lui un legame profondo con la nostra terra. Per quanto mi riguarda, invidio anche un po’ quelli che, come Fabio, qui ci vivono anche, invece di tornarci ogni tanto. Quindi forse per noi INTRAVERSO è un modo per tornare in una maniera un pò insolita.
Poi c’è anche, per me, la voglia di perdermi, di stare lontano dalla spiaggia affollata, di essere solo noi e la terra e l’aria. Forse c’è che sono stufo di essere sempre in connessione, sempre visibile, sempre presente. Ho voglia di essere scollegato, lontano, irraggiungibile. Ho voglia di essere lento, semplice e consumare il meno possibile. Ho voglia di camminare e basta, senza dover dire niente, senza spiegazioni e forse anche senza senso. Anche per questo ho voluto abbandonare un’idea interessante che era sorta insieme alla redazione di WhyMarche – un magazine regionale che ha recentemente pubblicato una mia intervista e che collabora in questo viaggio come media partner: avevamo pensato all’inizio di fare un po’ come faceva Fabio: twittare dalle montagne, durante il viaggio, aggiungendo alla dimensione rurale uno strato tecnologico. Questa visione, che mi sembra interessantissima e che è in piena coerenza con le mie attivitá professionali, è invece in contraddizione con la mia interpretazione di INTRAVERSO: io in questo viaggio non ho voglia di essere connesso. Ho voglia di perdermi.
Da qui l’idea di appuntare su carta, e non su supporti digitali (twitter, blog, pc, tablet,…), una sorta di diario di viaggio, che sará principalmente redatto da Valentina, e che io cercherò di accompagnare con qualche foto.
Ho scritto un sacco, adesso basta. Facciamo parlare Valentina: ecco cosa dice lei di questo viaggio:
Qualcuno ha detto che il senso del viaggio non e’ arrivare, ma viaggiare.
Guardare lo stesso oggetto con un’occhiata fugace, uno sguardo più’ attento, circospezione vigile ci rivela l’esistenza di tre oggetti diversi. Lo stesso vale per un luogo vissuto di passaggio, o da fermo, o in movimento.
Io e Francesco abbiamo scelto il movimento, quello lento però, quello per certi aspetti più’ umano.
Ad andare a piedi ora, se ci si guarda attorno, sembra quasi di star fermi, perche’ e’ tutto molto veloce.
Abbiamo deciso di fare un viaggio a piedi nelle marche, nostra regione d’origine, per vedere con altri occhi sentieri già’ percorsi, abbiamo scelto l’esotismo del vicino di casa.
Io, figlia del mare, ho iniziato solo di recente ad appassionarmi di montagna, per un bisogno sempre più’ profondo di contatto con la natura, dovuto forse all’urbanismo che mi soffoca.
In più, senza dio, nella natura ritrovo la mia spiritualità, il legame col mondo.
Il nostro viaggio e’ anche una maniera di stringere ancora più’ forte un legame con una parte di mondo, questa terra che, almeno con me poco generosa, viviamo ormai da visitatori saltuari, ma fedeli.
Vorremmo passare dall’occhiata fugace, almeno ad uno sguardo attento.
INTRAVERSO mi ha anche fatto pensare a:
+ www.trendtrotters.com , un progetto imprenditoriale di servizi basati sul concetto di viaggio come strumento di conoscenza e di ricerca
+ FRANCIGENASTREETVIEW, un viaggio alla ricerca delle radici del paesaggio italiano, raccontato tramite un blog di architetti e paesaggisti
Vorrei aggiungere un ringraziamento speciale a Fabio Curzi, che ha ispirato questo viaggio e spero che apprezzi la nostra versione “non autorizzata” di INTRAVERSO. Mi piace pensare che questo viaggio ci abbia unito virtualmente. Leggere il suo diario mi ha fatto venire voglia di incontrarlo ancora; mi sembra molto bello ogni volta che un giornale, un testo o qualsiasi altro mezzo di comunicazione riesce a connettere due o più persone e a fargli venire voglia di incontrarsi.
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INTRAVERSO è un’idea di Fabio Curzi. La nostra versione di INTRAVERSO è un viaggio di Francesco Cingolani e Valentina Brogna, in collaborazione con la rivista WhyMarche, che pubblicherà nel numero di settembre un resoconto di questa avventura sotto forma di diario di viaggio.
4 thoughts on “Un viaggio a piedi nelle Marche: ecco la nostra versione di INTRAVERSO”