que estas haciendo en @paris ?

Pues varias cosas…Hace un par de años la gente no entendía muy bien cual es mi trabajo. Ahora, además, no se entiende muy bien donde estoy viviendo. Así que me parece importante, por hygiene mental (como diría Alfonso), dejarlo claro: estoy viviendo sobre todo en París, en Madrid y en Italia. Es importante añadir que, utilizando la terminologia #knowmads, mi campo base se encuentra actualmente en París, es decir que es aquí donde paso la mayoría de mi tiempo y donde me considero más estable. Sin embargo no me encuentro completamente a gusto diciendo que vivo aquí porque esa expresion excluye que pueda, al mismo tiempo, vivir en otras ciudades. Ah, para quien se este preguntado: sí, tengo un sitio para estar en Madrid, uno en París y uno en Italia. Por cierto, lo de Madrid es super interesante: es una experiencia de networked housing llamada LAGUNA. Ya os contaré más dentro de poco, de momento solo he adelantado lo de QUARTO.

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slowbusiness workshop – il tempo vuoto è la nuova pagina bianca

Qualche tempo fa ho annunciato in questo discussissimo post che avrei smesso di lavorare o quasi. L’espressione “smettere di lavorare” è volutamente inesatta e tale inesattezza, oltre ad aver creato qualche giustificata incomprensione (potete leggere questo interessante thread di commenti su facebook), è stata utile per scatenare un dibattito che, con mia sorpresa, ha dimostrato che l’argomento è molto sensibile (le visite del mio poco visitato blog si sono letteralmente impennate). Sono impegnato da mesi in questa ricerca sull’equilibrio professionale e vitale, e ho già spiegato come per me smettere di lavorare sia, in un certo senso, un modo per fare meglio il mio lavoro, o comunque un modo per esercitare il mio impegno etico rispetto al mondo. Cerco di ri-spiegarlo.

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THINK COMMONS : sesión abierta sobre network thinking y minimalismo

Este miércoles 16 de noviembre a las 19h30, en el marco del congreso Hybrid Days, participaré a la tercera sesión del seminario “Think Commons | Sentient City”, coordinado por Domenico Di Siena | urbanohumano.org

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INTRAVERSO 2012 : ecco il nostro progetto per attraversare l’Italia a piedi

Alcuni degli sponsor e media-partners con cui siamo in contatto io e Valentina per il nostro progetto INTRAVERSO 2012 ci hanno chiesto giustamente di avere qualche informazione in piú.

Il progetto è in una fase ancora preliminare, ma abbiamo già definito alcuni punti abbastanza importanti e vorrei approfittare di questo blog per condividerli con chi mi legge.

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| Che cos’è INTRAVERSO 2012 |

INTRAVERSO 2012 è un giro d’Italia a piedi, seguendo sentieri poco battuti, che evita le grandi vie di comunicazione a favore di strade più lente, meno conosciute, più intraverse. Per noi, il viaggio è uno strumento di conoscenza. La rivista whymarche descrive il nostro primo INTRAVERSO come segue:

Francesco e Valentina. Due ragazzi che per lavoro e per mestiere lavorano a stretto contatto con la tecnologia, con il progresso, con il futuro. Due ragazzi che hanno un’anima “antica” per certi versi e che voglio riscoprire…”  il territorio italiano, i suoi paesaggii, le sue città e la sua gente, ritrovare questo paese Italia che entrambe hanno lasciato ormai parecchi anni fa per motivi professionali ma non solo.

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Solo una cosa alla volta: l’esperimento

Qualche mese fa, mio padre descriveva in un tweet la sua interpretazione del minimalismo, definendolo come una tendenza contemporanea a uno stile di vita fatto di poche e semplici cose e in opposizione al modello capitalista e consumista. Ero sorpreso: per me, architetto, il minimalismo era uno stile, o al massimo una corrente artistica.

Oggi, grazie a Luca Conti, ho scoperto che mio padre aveva ragione. L’ho capito stamattina scoprendo il blog theminimalists.com, un progetto di Joshua & Ryan che si presentano così:

Our Vision is to see more people live meaningful, happy, passionate, free lives.

E’ stata una bellissima scoperta, che fra l’altro mi ha aperto a tutto un filone sul minimalismo (consiglio anche il blog zenhabits.net) di cui non ero a conoscenza.

Bene.
Tutto questo per dire che il prossimo mese di settembre mi uniro’ all’esperimento Clear Your Damn Plate, che Joshua spiega così:

I’m trying a new experiment next month. I’m going to clear my damn plate—a phrase my mother used to use with vigor—and focus on one thing at a time (viz. place one thing on my empty plate at a time).
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