slowbusiness workshop – il tempo vuoto è la nuova pagina bianca

Qualche tempo fa ho annunciato in questo discussissimo post che avrei smesso di lavorare o quasi. L’espressione “smettere di lavorare” è volutamente inesatta e tale inesattezza, oltre ad aver creato qualche giustificata incomprensione (potete leggere questo interessante thread di commenti su facebook), è stata utile per scatenare un dibattito che, con mia sorpresa, ha dimostrato che l’argomento è molto sensibile (le visite del mio poco visitato blog si sono letteralmente impennate). Sono impegnato da mesi in questa ricerca sull’equilibrio professionale e vitale, e ho già spiegato come per me smettere di lavorare sia, in un certo senso, un modo per fare meglio il mio lavoro, o comunque un modo per esercitare il mio impegno etico rispetto al mondo. Cerco di ri-spiegarlo.

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A Torino con Hugh Dutton per il workshop Smart Building

Photo © Jana Sebestova | fonte smartbuilding.oato.it

Il finesettimana scorso ho avuto l’onore di partecipare, insieme allo studio HDA | Hugh Dutton Associés, allo Smart Building Workshop a Torino.

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Tu vas faire quoi à Paris?

photo: flickr.com/immaginoteca

Depuis que j’habite en Espagne (à Madrid, next to Parque del Retiro :) je voyage à Paris tout les trois mois.
Souvent, on me demande: “Tu y vas pour le travail ou pour le plaisir?”
Après un instant d’hésitation, je réponds avec conviction: “tout les deux”.

C’est très beau à imaginer, mais mettre ensemble plaisir e travail dans un voyage de 3 ou 4 jours n’est pas évident.
D’ailleurs, je n’y suis pas arrivé jusqu’à maintenant: toujours trop de choses prévues, trop de rendez-vous, trop de stress: alors on va voire comment ça va être cette fois-ci.

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Guggenheim side effects and the Architects’ originality obsession


I originally published this post at complexitys.com  on November 12th, 2009.
Image above by Mark B. Schlemmer | flickr
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A recent article on ArchDaily talked about our ‘in progress’ footbridge at La Roche sur Yon.
We’re pleased to be a subject of interest for a such an important architecture website, and what we appreciate even more is the public feedback and the list of comments left, which have inspired some interesting reflections about our work here at HDA.
I would particularly like to share some thoughts on the idea (or even obsession) of “being original” in architecture, the meaning of copying someone or something, and what this could imply nowadays, in a time when everybody is talking about copyright and how it’s changing with new communication technologies.
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