Sarà un po’ la tristezza della fine del viaggio che si avvicina, sarà che non ho voglia di arrivare, sarà questo vento un po’ fastidioso, ma oggi intraverso mi sembra più che altro una fuga.
A me le fughe non piacciono.
Abbiamo incrociato un pastore sul cammino che ci raccontava di un mezzo pazzo che faceva il percorso del Grande Anello senza fermarsi mai, per anni. Poi è scomparso.
C’è pure da aggiungere che scappare muovendosi, seppure poco pratico, rimane un sistema efficace.
Ma come ho detto la fuga non è cosa mia. Allora c’è da tornare ad essere incredibilmente forti per essere se stessi, pure al mare, pure in città, pure in mezzo a tutti.
La pressione sociale è una forza fisica, come la gravità, l’elettricità e l’amore.
Andrà quindi studiata, misurata, combattuta.
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Questo è un piccolo estratto del testo che io e Valentina stiamo preparando per la pubblicazione del prossimo numero di whymarche, che conterrà il resoconto del nostro viaggio INTRAVERSO.
Le immagini di questo post sono le mie cosiddette “imagenes tuneadas” che ho preparato per la rivista.
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