Solo una cosa alla volta: l’esperimento

Qualche mese fa, mio padre descriveva in un tweet la sua interpretazione del minimalismo, definendolo come una tendenza contemporanea a uno stile di vita fatto di poche e semplici cose e in opposizione al modello capitalista e consumista. Ero sorpreso: per me, architetto, il minimalismo era uno stile, o al massimo una corrente artistica.

Oggi, grazie a Luca Conti, ho scoperto che mio padre aveva ragione. L’ho capito stamattina scoprendo il blog theminimalists.com, un progetto di Joshua & Ryan che si presentano così:

Our Vision is to see more people live meaningful, happy, passionate, free lives.

E’ stata una bellissima scoperta, che fra l’altro mi ha aperto a tutto un filone sul minimalismo (consiglio anche il blog zenhabits.net) di cui non ero a conoscenza.

Bene.
Tutto questo per dire che il prossimo mese di settembre mi uniro’ all’esperimento Clear Your Damn Plate, che Joshua spiega così:

I’m trying a new experiment next month. I’m going to clear my damn plate—a phrase my mother used to use with vigor—and focus on one thing at a time (viz. place one thing on my empty plate at a time).
Continue reading Solo una cosa alla volta: l’esperimento

Brutally Early Club in spiaggia

foto: Massimo
_
Brutally Early Club è  un appuntamento alle 6:30 del mattino nel quale alcuni artisti, creativi o semplicemente amici sperimentano l’energia della città a questa ora insolita. Avevo già fatto un Brutally Early Club a Madrid con Domenico (@urbanohumano) e Juan (@juan_) e questa volta, durante il mio soggiorno in Italia, ho sperimentato questo formato in spiaggia, con tre amici che vedete nella foto qua sopra.
Continue reading Brutally Early Club in spiaggia

“Risponderemo con più democrazia”


_
foto di Jon Kristian Fjellestad (Flickr)

Negli ultimi giorni mi sono trovato a seguire con un’attenzione particolare i tragici fatti avvenuti in Norvegia.
Ad un coinvolgimento emotivo personale, si sono aggiunte delicate questioni professionali riguardanti il progetto dreamhamar che stiamo sviluppando ad Ecosistema Urbano per la cittadina norvegese di Hamar.

Con questo piccolo post volevo solo manifestare la mia solidarietà col popolo norvegese, pubblicando queste foto commoventi di Jon Kristian Fjellestad e ricordando in segno di speranza l’affermazione del premier Jens Stoltenberg: 

“Risponderemo con più democrazia”
Continue reading “Risponderemo con più democrazia”

Architecture Sensorielle, Agricoltura Urbana, Sogno e Filosofia

A Milano, alla conferenza Urban Hybridization ho conosciuto Emanuele Bobbio, un giovane architetto torinese che si occupa di Agricoltura Urbana, un argomento molto interessante e al quale ho lavorato ultimamente nei progetti di CTRLZ Architectures.

Come dicevo qui ho anche fatto l’interessante conoscenza di Lorenzo Giacomini, filosofo interessato all’architettura.

Approfitto allora per condividere qui, con loro, la mia tesi di laurea, che trattava temi di architettura sensoriale, il rapporto fra architettura e vegetazione, e una ricerca sulla metodologia del sogno applicata all’architettura.

Ecco il libro in PDF scaricabile qui:

E questo sono le 7 tavole di progetto:

E infine la presentazione PP:

sensoriale

Ibridazione, Ibridità, Ibridi…

Nei giorni 15 e 16 Aprile ho partecipato alla conferenza Urban Hybridization al Politecnico di Milano, organizzata dal prof. Fabrizio Zanni.

Una serie di interventi di circa 30 minuti l’uno, di origine multidisciplinare (architettura, sociología, arte, filosofia) hanno animato un dibattito sulla nozione di ibrido e sui processi di ibridazione, in particolare riferimento alle questioni urbane come lo sprawl, la struttura urbana diffusa e lo spazio pubblico ibrido.
Io ho avuto modo di presentare l’articolo Urban Aperture(s) che ho elaborato con il collettivo #thinkark.

Nella mia presentazione, centrata sullo studio dei cambiamenti percettivi e strutturali causati dalle tecnologie della comunicazione, ho suggerita l’idea che l’ibridazione non sarebbe, forse, un fenómeno da limitare all’ambito architettonico, ma piuttosto una struttura cognitiva che sembra particularmente adatta a descrivere i processi culturali, sociologici e percettivi del mondo contemporáneo.

Alla chiusura del convegno, l’intervento del filosofo Lorenzo Giacomini ha descritto benissimo quelli che per me erano ancora soltanto dei concetti vaghi. Alla fine di un discorso pieno di riferimenti interessanti, Lorenzo ha parlato dell’ibridazione come qualcosa di più di un semplice principio estético. L’ibridazione sembrerebbe avere un carattere chiaramente ontológico, una categoría particularmente adatta alla percezione e alla comprensione del mondo contemporáneo.

L’incontro di due giorni si è concluso con una tavola rotonda, durante la quale il prof. Fabrizio Zanni ha espresso la volontà, condivisa dalla maggior parte dei presenti, di dare un seguito all’evento.

Fare una pubblicazione, creare un blog partecipativo, insomma costruire una sorta di grupo di ricerca e monitoraggio sul tema dell’ibridazione (urbana e non).
Oltre a questo, il prof. Zanni ha già proposto un CALL FOR IDEAS (un concorso aperto) per riflettere al progetto ibrido e quindi applicare le riflessioni fatte a un caso pratico.

La mia esperienza mi dice che se il lavoro viene fatto bene, si potrebbe fácilmente creare un punto di riferimento a avanguardia nel campo dell’architettura ibrida.
La mia proposta sarebbe quella di alternare una constante virtuale (tramite internet, blog, twitter) ad eventi presenziali (ad esempio a Milano).
Si potrebbe pensare al blog multiautore come il fulcro o la base di questo centro di ricerche sull’ibrido e poi, magari ogni anno, organizzare un evento in cui ci sia un incontro físico. Il blog e le operazioni su Internet sono abastanza facili e immediate: quello che serve per farle funzionare sono intelligenza costanza. Senza questi due requisiti, le informazioni si aggiungono alla massa informe di dati non visibili.

Suggerirei al prof. Zanni di trovare qualcuno che sia bravo con i blog e la web-communication (magari uno studende?) e assumerlo per qualche ora alla settimana per garantire un servizio che funzioni.
Il blog convoglierebbe in un solo raccoglitore i vari interventi dei presentatori ma anche una ricerca sistematica sui temi trattati in altri ambiti, esterni alla conferenza ed esterni al nostro gruppo, visto che l’ibrido sta diventato una nozione sempre più utilizzata e ricca di spunti.

Naturalmente io e il collettivo #thinkark potremmo aiutarlo in queste operazioni. Personalmente, ho già creato il twitter Urban Hybridizations…manca solo farlo partire…