All’epoca della dematerializzazione, il #crowdfunding è un bel tentativo di conferire un nuovo ruolo sociale ai beni materiali.
Mi hanno invitato in qualità di speaker all’evento romano Crowdfuture, Il 19 ottobre a Roma.
La seconda edizione del 2013 è divisa in track tematiche che trattano diversi aspetti del crowdfunding : regulation, legal, gamification, open source e, infine, il civic crowdfunding sul quale interverrò in qualità di architetto per condividere la mia esperienza nei processi e spazi collaborativi.
Come mi spiega Alessio Barollo, curatore della track, Il civic crowdfunding è una particolare forma di finanziamento dal basso legato alla pianificazione e progettazione urbana che coinvolge cittadini, società private e organizzazioni allo scopo di finanziare opere e progetti pubblici al di fuori del budget dell’ente o dell’amministrazione interessata.
Per fare un esempio si può citare I MAKE ROTTERDAM, un iniziativa dei cittadini della città olandese che si sono organizzati per affrontare il problema della mobilità urbana e risolverlo auto-finanziando la realizzazione di un ponte pedonale (foto sotto) che riunisce le due estremità della città, utilizzando appunto un sistema di tipo crowdfunding.
Un nuovo valore dei soldi
In vista della mia partecipazione all’evento crowdfuture, l’organizzazione mi ha chiesto un tweet ed io ho inviato la frase con cui inizia questo post.
Infatti, ciò che mi appassiona del crowdfunding è la penetrazione della cultura collaborativa e della logica distribuita (diffuse prevalentemente sul web e in ambiti digitali o immateriali) ad un ambito molto materiale, quello dei soldi e dei significati che noi gli attribuiamo.
Come l’esplosione del fenomeno coworking è una prova del fatto che il significato dello spazio (architettonico, urbano, sociale) è radicalmente cambiato, il crowdfunding è una prova del fatto che i criteri con cui attribuiamo valore ai soldi non sono più gli stessi.
Tutti parlano della crisi ma attenzione: non significa che non ci siano più soldi.
Esempio: per comprare una casa ci servono 100 soldi. Finché tutti (o molti) hanno questi 100 soldi si continuano a comprare case (e a costruirle!). Quando, come oggi, ci sono molte persone che hanno solo 80 o 50 o 30 (per non parlare di quelli che non hanno niente) è normale che siano in molti di più a chiedersi come utilizzare questi 50 soldi che, ahimè, non sono sufficienti per la casa.
E allora c’è chi decide che magari vale la pena spenderne una parte (10?…20?…) per sostenere un’idea o realizzare un progetto che li appassiona e al quale attribuiscono, con i loro criteri, un certo valore.
Così, ad occhio, dietro il crowdfunding ci sono ragionamenti del genere e questa cosa mi piace.
Tu che ne pensi?
Per un approfondimento sul civic crowdfunding : Il crowdfunding civico : una proposta di Alessio Barollo
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L’evento crowdfuture, il 19 ottobre a Roma, sarà una delle tappe del progetto Intraverso – un giro d’Italia dell’innovazione che intraprenderò con Valentina iniziando il 13 ottobre da Venezia per finire ad unMonastery, il 3 novembre a Matera. Spero di condividere presto più informazioni al riguardo.
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